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in onda domenica 4 marzo 2012 alle 13.25

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    Anche questa settimana come nei precedenti ultimi due appuntamenti di Il capitale di Philippe Daverio, si parla di cattedrali europee. In particolare, questa puntata affronta lo specifico francese, tra XI e XIII secolo.

    Alla fine dell’XI, in Francia, convivono tre stili riferibili a direzioni politiche diverse: uno stile neoantico, romano, che rappresenta una chiesa che riprende forza; uno stile palatino che piace sia all’imperatore del Sacro Romano Impero che ai re normanni; uno stile francese che oggi chiamiamo gotico.

    Comincia a rompere questo equilibrio un gran “pasticcio”, compiuto da re Luigi VII, che intorno alla metà del XII secolo ripudia la moglie Eleonora d’Aquitania, la quale successivamente sposa il re di Inghilterra. Le conseguenze di questi atti sono terribili, in quanto il re di Inghilterra accresce il suo dominio francese aggiungendo alla Normandia, che gli è di casato, quasi tutta la fascia atlantica, spezzando la Francia praticamente in due. Le cose cambiano radicalmente con il regno di Filippo Augusto, che sale sul trono di Francia nel 1181: nel giro di venti anni fa la festa agli inglesi e riconquista il tutto. Parallelamente a tutte queste riconquiste, bruciano in modo misterioso anche tutte le sedi vescovili in un’area collocata intorno a circa 100 km di Parigi: 1188 brucia Troyes, 1194 bruciano Evreux e Chartres, 1200 brucia Rouen, 1210 brucia Reims, 1215 brucia Auxerres, 1218 brucia Amiens. Nel frattempo Parigi andava assumendo un ruolo sempre più importante, al punto di poter attribuire proprio a Filippo Augusto l’“invenzione” come capitale della città.

    Philippe Daverio osserva direttamente sul campo tutte queste cattedrali, raccontandone la storia e la trasformazione degli stili. Particolarmente esemplificativa è la vicenda di Evreux, che sembra essere il modello propedeutico per tutte le esperienze successive. Evreux, in Normandia, prima di essere bruciata era un perfetto esempio di stile normanno. Una volta conquistata la Normandia, nel corso dell’ultimo decennio del XII secolo, la cattedrale va in fumo, segnale di una volontà di demolire la grande cultura normanna e imporne una nuova. Quaranta anni dopo questo segno nuovo si rivela pienamente con la costruzione di una abside perfettamente parigina che contiene addirittura gli stessi slanci bizzarri di sapore arabeggiante nati a Laon, dove si formò la dinastia, e ripresentati a Mants, proprio là dove andò a morire Filippo Augusto.

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