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Michelangelo Nicodemo

in onda domenica 27 maggio 2012 alle 13.25

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    Il ventunesimo appuntamento di “Il capitale di Philippe Daverio”, la trasmissione d’arte e cultura della domenica di Rai3, chiude il mini-ciclo di tre puntate dedicato a Michelangelo.

    All’età di 88 anni Michelangelo muore a Roma il 18 febbraio 1564. L’ultima opera del Michelangelo, la “Pietà Rondanini”, conservata oggi al Castello Sforzesco di Milano, è l’espressione compiuta del non finito, un linguaggio consapevole a tutti gli effetti. Un linguaggio già sperimentato in passato dall’artista, sia in scultura, sia in architettura. Un percorso cominciato da moltissimo tempo, fin dagli albori della sua produzione creativa, così come abbiamo visto nel corso delle precedenti due puntate dedicate all’artista.

    La “Pietà Rondanini” esprime un altro segno fondamentale del linguaggio dell’artista, quello del suo dialogo personale con Cristo. Si proviene da anni di forte turbolenza politico-religiosa, con la questione della Riforma che ribolle in tutta Europa: in Inghilterra, Enrico VIII fa lo scisma, in Germania le cose vanno male per papa e imperatore e si forma la Lega Smalcaldica degli stati protestanti, quella che porterà dopo vent’anni di lotta alla norma del cuius regio ejus religio.

    In Italia si tenta ancora la mediazione con Contarini, Bembo e Reginald Pole che vengono tutti e tre fatti cardinali da Paolo III, papa che si rivela molto più tollerante del previsto, forse perché, anche dalle parti nostre, la Riforma riceve consensi. L’ultimo tentativo di accordo sarà proprio quello del concilio di Trento, iniziato nel 1545 e terminato nel 1563. Curiosamente, pochi giorni prima della morte di Michelangelo, si dà luogo alla decisione del Concilio di Trento di apporre i famosi “braghettoni” nel “Giudizio Universale”, con il fine di coprire le parti ritenute oscene. Prima che il Concilio mettesse fine all’intera vicenda, tanta Italia dell’intellighenzia di allora, tra cui tante donne, libere e tendenzialmente eretiche, tutte d’alto lignaggio (Vittoria Colonna, Giulia Gonzaga, Caterina Cybo, Renata di Francia ed altre), non era così distante dalle posizioni della Riforma. La punta di un iceberg, espressione di un vento riformatore che in Italia aveva dimensioni piuttosto considerevoli fra artisti e intellettuali.

    E’ questa l’atmosfera nella quale Michelangelo scolpisce la “Pietà Bandini” attualmente al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, una delle sue ultime opere, nella quale inserì un proprio autoritratto nella figura di Nicodemo. Il nicodemismo è la pratica di chi, in quegli anni è protestante ma lo nasconde. Il termine deriva dalla vicenda del fariseo Nicodemo che, secondo il Vangelo di San Giovanni andava di notte e di nascosto ad ascoltare Gesù. Michelangelo era forse nicodemico?

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